Repertorio A – D

ADESTE FIDELES (R. Dionisi)                                                                                                                      Melodia popolare di carattere religioso su un testo latino eseguita da tempo immemorabile nel modo tradizionale a due voci, qui nella versione a quattro per cori maschili. Adeste fideles è un canto natalizio sulla cui paternità non esistono prove sufficienti perché sia attribuita ad un nome preciso. L’unica certezza che emerge dalla documentazione esistente è il nome del copista, cioè di colui che trascrisse materialmente il testo e la melodia: sir John Francis Wade, che lo avrebbe trascritto da un tema popolare irlandese nel 1744. La melodia segue il testo letterario e propone un crescendo che interpreta il pressante invito ad adorare Gesù.

AL CJANTE IL GIAL (A. Pedrotti)                                                                                                              Una della più poetiche villotte (canto popolare friulano), lirica d’amore e di dolore per la bella che dovrà essere lasciata al mattino del giorno dopo. Poche parole, rivestite da una armonizzazione fra le più indovinate del maestro Pedrotti che, con l’amico Pigarelli le raccoglieva dalla viva voce del Coro della Sat durante le frequenti escursioni in montagna, prontamente trascritte la sera sui fogli del pentagramma. Il suono delle parole, dolci e melodiose è già di per sé musica.

 AI PREAT – (L. Pigarelli)
Antico canto friulano. Una fanciulla prega la bella stella e tutti i santi del paradiso perché il Signore faccia finire la guerra e ritornare il suo bene.

AL COMANDO DEI NOSTRI UFFICIALI (A. Pedrotti)
Un altro bellissimo canto degli alpini risalente alla guerra 1915/18: Vi è sempre profonda umanità in questi testi dove non si parla mai di odio e la guerra è vista sempre come una fatalità da subire. Essi parlano più volentieri della nostalgia della casa o della mamma.

A MONTICOLO (G.Grosselli)
Uno stupendo scenario accoglie chi si reca a visitare questo piccolo lago dell’Alto Adige. In questa canzone l’innamorato invita la sua bella in barchetta e, facendosi trasportare dalle onde del lago, gli innamorati sussurrano dolcissime parole d’amore.

BELINA COME TE (Bruno Zanolini)
Bella, con gli occhi neri, ha stregato l’anonimo autore di questo canto, nonostante la sua manifesta avversione per la vita contadina, sempre dura e priva di agi.
Il canto proveniente da Telve Valsugana, è gradevole e simpatico, sostenuto da un ritmo brillante e leggero

BELLE ROSE DU PRINTEMPS (T. Usuelli)
Canto della Val d’Aosta. Questo canto è stato dedicato alla famosa guida valdostana Mario Puchez, perito nella gloriosa impresa per la conquista della cima “K 2”. Nel film che rievoca la vicenda, mentre i compagni trasportano la salma dell’amico, echeggiano le note di questa melodia.

BENIA CALASTORIA (Bepi De Marzi)
Breve testo che esprime i sentimenti di un soldato al ritorno a casa. Più che le parole è la quasi ossessiva e triste melodia a sottolineare il ricordo delle persone care rievocate in questa occasione.

BOMBARDANO CORTINA (L. Pigarelli)
11 luglio 1916 ore 3,30: la conca di Cortina trema al boato delle trentacinque tonnellate di gelatina piazzate dagli alpini del “Belluno” sul Castelletto, sopra le teste degli austriaci; tappa eroica pagata a prezzo di tremende fatiche e di sacrifici sanguinosi sotto il fuoco nemico..

CANTO D’EMIGRANTI (Merica……Merica) (Renato Dionisi)
Racconta della gente trentina che si vedeva costretta a lasciare la propria terra per cercare fortuna o, meglio, per placare la fdame “en Merica”. Sono ancora vivi negli occhi dei componenti del Coro Azzurro i visi felici dei compaesani che ha incontrato là, il calore e l’amicizia da cui è stato circondato nella trasferta del 1992 in America, così ricca di emozioni.

CARA MAMA, MI VOI TONI (L. Pigarelli)
Antico canto d’amore trentino. Ha la forma di dialogo tra madre e figlia sulla scelta del futuro sposo. Assai graziosa anche la melodia e la ritmica in forma di minuetto.

CE BIELIS MANINIS (Gianni Malatesta)
Questo canto friulano, molto popolare, racconta in un’armonia molto dolce gli atteggiamenti amorosi di una giovane coppia: “che belle mani hai, come ti ha fatto bella la tua mamma!” “……Piano con le tue mani ragazzo, stai attento……”

C’ERRENO TRE SSORELE  (L. Pigarelli)                                                                                                Canzone popolare italiana proveniente dal secolo XII o XIII. La richiesta di Giulietta, la più bella fra le tre sorelle, che chiede ad un pescatore di recuperarle un anello caduto in mare, avrà alla fine una ricompensa ben più preziosa dei trecento scudi che la protagonista è disposta a pagare

CHE COSA FANNO LE DONNE BELLE (R. Gianotti)                                                                                  Il canto popolare si esprime talvolta attraverso composizioni che apparentemente sembrano leggere e di facile esecuzione, quasi un gioco per le voci che si allenano. E nel gran repertorio del canto popolare la satira non ha poca parte. In questo caso il clero ne fa le spese. Il testo riporta un contenuto erotico più o meno latente, perchè in passato certi inviti alle donne non erano neanche formulati forse ammessi solo attraverso il canto

CHE FAI BELLA PASTORA (A.B. Michelangeli)
Trentino – Val Lagarina.
Dettato da un’anziana maestra di Piazzo in Val Lagarina, questo antico canto tradizionale, con le relative varianti, viene cantato anche nelle Giudicarie e nella Val del Chiese.

CHI E’ ‘L CHE BATE A LA ME PORTA (A. Lunelli)                                                                                   Ancora un canto sul rapporto non sempre idilliaco tra innamorati, con il fitto dialogo tra i due fidanzati, che si rinfacciano accuse di tradimento e si rinnovano vicendevolmente giuramenti di fedeltà e di amore eterno. Originario della val di Cavedine e probabilmente molto vecchio, il testo di questo canto fu presentato durante un convegno di artisti popolari nel 1934, a Trento. Dalla viva voce di un vecchietto di Calavino fu possibile avere la linea melodica, così interessante nella sua dinamica.

COME FAREMO A GIRARE LA FRANCIA (Andrea Mascagni)
E’ il dramma di certi emigranti in Francia che, pur di non tornare in Italia a dover fare la “naja”, accettano la precarietà di un soggiorno clandestino.

DER FRÖHLICHE WANDERER Germania                                                                                                        E’ un canto popolare germanico, la cui musica è una marcia molto evidenziata che di solito guida sfilate o manifestazioni folcloristiche. Accompagna l’allegro e spensierato vagabondare del protagonista che, pur essendo alla ricerca di luoghi lontani, porta nel cuore l’amore per la famiglia, le origini, le tradizioni della semplice vita contadina.

 DOMAN L’E’ FESTA (L. Pigarelli)
Dopo una dura e faticosa settimana di lavoro nei campi, il meritato giorno di riposo. E’ un canto trentino.che esprime la gioia e la trepidazione dell’innamorato che alla vigilia della festa pregusta l’incontro con la sua bella

DOV’E’ LA MIA PATRIA (L. Pigarelli)
Inno boemo. La vecchia canzone composta da Fr. Skroup è divenuta l’inno nazionale cecoslovacco. Intimamente pervasa di senso nostalgico, la melodia interpreta con esemplare aderenza un testo poetico che è una professione di amore e di fede verso la terra natia.
Questo canto può essere paragonato al nostro verdiano “Va pensiero” che esprime identici sentimenti di libertà di popoli, per vicende diverse oppressi.

DOVE SEI STATO MIO BELL’ALPINO (A. Pedrotti)
Come la maggior parte dei canti degli alpini, anche questo è di derivazione popolare veneta. Le varianti poetiche sono molte e riferite ai luoghi dove si combatteva. Musicalmente è uno dei più begli esempi di melodia evocativa.

DOVE TE VETT O MARIETTINA (Antonio Pedrotti)
Brillante espressione di vita contadina, in cui è descritta la giornata di lavoro nei campi della bella Mariettina. Questa è la versione lombarda di un tema comune in tutte le regioni d’Italia, caratterizzata da un ritmo di marcia che accompagna il tragitto della contadinella verso i campi